La geografia emozionale delle alici urbane

La geografia emozionale è definibile come un “approccio di studio geografico che analizza territori e paesaggi non sulla base degli elementi fisici o sociali oggettivi, ma fondandosi sulla percezione, soggettiva ed emotiva, che di essi hanno gli individui e le collettività che ne fruiscono stabilmente (residenti) o temporaneamente (viaggiatori)” (Treccani.it).
Napoli, con il suo golfo, i suoi vicoli e la sua secolare identità meticcia è stata e continua a essere di certo un luogo di geografia emozionale per i tanti autori di street art, ormai diventata un tratto distintivo della città: ultimo in ordine di apparizione, le Alici Urbane. Di seguito, nelle parole dell’autore, il progetto.

alice urbana


“Non percepisco Napoli come una “Città sul Mare”, immagine di un agglomerato urbano soggetto ad un mero criterio di fortunata giustapposizione geografica. Leggo Napoli come un territorio intriso di Mare fin nelle sue viscere, caverne, anfratti. Il Mare invade la Città ogni giorno, tenta di far propri lembi di terra e brandelli di tessuto cittadino. E’ il Mare ad amare voluttuosamente Napoli, a tracciarla col sale a ogni andirivieni di risacca, incessabilmente, senza alcuna possibilità di redenzione.
Ieri, undiciaprileduemilaventiquattro, le Alici hanno invaso la Città saltando la recinzione cementizia dei blocchi. Pesciolini di ogni genere si insinuano tra i palazzi, appaiono tra una faccenda e l’altra, tra la “palestra del piccolo” e la “spesa per la cena”. Disturbano le fugaci alcove urbane degli amanti, fanno sorridere i bambini, detentori privilegiati della gioia pura.
Le Alici non hanno voce, ma “parlano” a tutti attraverso un brano musicale, nascosto in un QR Code tatuato addosso. Ogni “Alice” è attaccata al muro attraverso un leggerissimo velo di adesivo per carta, e chiunque può aiutarla a spostarsi, a migrare libera per la città. A patto di scattare una foto e registrare la sua nuova posizione: aggiornerò costantemente una Mappa delle Alici Urbane così che tutti potremo sempre sapere fin dove sono arrivate. Sperando che nessuno se ne appropri: diventerebbero istantaneamente dei pezzetti di carta spiegazzati senza storia e senza alcun valore. E soprattutto sarebbe interrotta la loro migrazione, la loro parabola di libertà“.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *