Riflessioni geografiche n.11

Già nel febbraio scorso il presidente della regione catalana ha proclamato lo stato d’emergenza a Barcellona e in 202 comuni a causa della forte siccità: acqua razionata a 200 litri al giorno a cittadini e attività commerciali. Febbraio, una volta mese invernale, sinonimo di basse temperature e precipitazioni abbondanti. Il 19 marzo in Sicilia è stato dichiarato lo stato di emergenza idrica in sei province fino al prossimo 31 dicembre. Marocco, Tunisia, Malta, Algeria le altre nazioni del bacino del Mediterraneo che stanno soffrendo a causa di piogge scarse e temperature più alte delle media (vedi immagine ).

Il Sindaco di Palermo ha emanato un’ordinanza per correre ai ripari e salvare le ultime gocce: dalle cinque del mattino alle undici di sera è vietato innaffiare le piante di balconi e di giardini, nonché lavare spazi comuni, o riempire piscine prive di un sistema di riciclo dell’acqua. La solita “politica del rattoppo”, per citare un libro del geografo Ugo Leone, docente di Politica dell’Ambiente all’Università Federico II di Napoli, pubblicato nel 1990, ben 32 anni fa, 3 decenni persi ai danni della stabilità di un territorio già “naturalmente fragile”, della sicurezza e del benessere delle comunità.
A quando una vera, consistente, coordinata politica conservativa per prevenire e non più rattoppare a livello nazionale, europeo, mondiale? A quale emergenza occorrerebbe, nell’Italia di oggi, dare priorità nella spesa pubblica?
(Immagine, Fonte: EU-JRC)
(Parole chiave: siccità, riscaldamento globale, politiche pubbliche, Sicilia).

https://www.editorialedomani.it/fatti/cambiamento-climatico-rapporto-legambiente-378-eventi-estremi-italia-31-vittime-2023-alluvioni-grandine-lxkcf5ye

La geografia emozionale delle alici urbane

La geografia emozionale è definibile come un “approccio di studio geografico che analizza territori e paesaggi non sulla base degli elementi fisici o sociali oggettivi, ma fondandosi sulla percezione, soggettiva ed emotiva, che di essi hanno gli individui e le collettività che ne fruiscono stabilmente (residenti) o temporaneamente (viaggiatori)” (Treccani.it).
Napoli, con il suo golfo, i suoi vicoli e la sua secolare identità meticcia è stata e continua a essere di certo un luogo di geografia emozionale per i tanti autori di street art, ormai diventata un tratto distintivo della città: ultimo in ordine di apparizione, le Alici Urbane. Di seguito, nelle parole dell’autore, il progetto.

alice urbana


“Non percepisco Napoli come una “Città sul Mare”, immagine di un agglomerato urbano soggetto ad un mero criterio di fortunata giustapposizione geografica. Leggo Napoli come un territorio intriso di Mare fin nelle sue viscere, caverne, anfratti. Il Mare invade la Città ogni giorno, tenta di far propri lembi di terra e brandelli di tessuto cittadino. E’ il Mare ad amare voluttuosamente Napoli, a tracciarla col sale a ogni andirivieni di risacca, incessabilmente, senza alcuna possibilità di redenzione.
Ieri, undiciaprileduemilaventiquattro, le Alici hanno invaso la Città saltando la recinzione cementizia dei blocchi. Pesciolini di ogni genere si insinuano tra i palazzi, appaiono tra una faccenda e l’altra, tra la “palestra del piccolo” e la “spesa per la cena”. Disturbano le fugaci alcove urbane degli amanti, fanno sorridere i bambini, detentori privilegiati della gioia pura.
Le Alici non hanno voce, ma “parlano” a tutti attraverso un brano musicale, nascosto in un QR Code tatuato addosso. Ogni “Alice” è attaccata al muro attraverso un leggerissimo velo di adesivo per carta, e chiunque può aiutarla a spostarsi, a migrare libera per la città. A patto di scattare una foto e registrare la sua nuova posizione: aggiornerò costantemente una Mappa delle Alici Urbane così che tutti potremo sempre sapere fin dove sono arrivate. Sperando che nessuno se ne appropri: diventerebbero istantaneamente dei pezzetti di carta spiegazzati senza storia e senza alcun valore. E soprattutto sarebbe interrotta la loro migrazione, la loro parabola di libertà“.

Tre domande sulla geografia oggi