Riflessioni geografiche n. 18: l’Italia ha meno cuore e più sen(n)o!

Questa settimana una notizia ha molto colpito la mia attenzione: secondo il Centro Nazionale dei Trapianti, dal 2015 (primo anno di applicazione della legge) ad oggi, la percentuale di italiani che, nel rinnovare la carta d’identità, ha esplicitamente espresso un diniego alla donazioni degli organi è aumentata dal 9,3% al 40,6% il dato più alto mai registrato! Cosa sta succedendo al Paese di poeti, santi e navigatori… non è che siamo diventati qualcos’altro senza neanche rendercene conto? A giudicare dall’epidemia di interventi di chirurgia estetica nel nostro Paese, che ha colpito anche i giovani, evidentemente ci stiamo talmente “narcisizzando” da essere arrivati a credere che la nostra plastica debba finire con noi nella tomba per abbellire il nostro scheletro quando ci avranno mangiato i vermi; o, che per chi crede nel aldilà, che San Pietro sia un estimatore di labbra a canotto e zigomi pronunciati!

Siamo un Paese con sempre meno cuore ma, in compenso, con più seno, con un “n” sola! Oltre le facili battute in un tentativo di sdrammatizzare questa triste situazione, restano due interrogativi. Uno geografico: quali politiche sono state adottate nelle province più virtuose (Trento, Sassari, Verona) in cui i tassi di donazione restano ancora alti e cosa non ha funzionato nelle province meno virtuose? E uno filosofico: se l’anima esiste, quand’è che l’abbiamo persa?

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